Cara G.D. Light,
ho appena finito la saga Il Cuore del Lupo che mi ha trasmesso tantissime emozioni. Così ho sentito il bisogno di scriverti sperando potessi rispondere a qualche mia domanda. Spesso, durante la lettura, mi sono fermata a riflettere su com’è potuto nascere il racconto, dove hai trovato l’ispirazione per i personaggi e il mondo che descrivi. Ho letto che ci sarà anche un seguito e mi sono chiesta: come ha fatto a creare tutte queste storie? Cosa ci sarà nel nuovo libro?
Sarebbe affascinante capire i retroscena della storia che è riuscita a tenermi sulle pagine fino alla fine.
Dopo i protagonisti, il mio preferito è Edgar. Spero davvero che parlerai di lui nel seguito.
C’è forse un personaggio nel quale ti immedesimi?
La storia mi manca già moltissimo. Hai in programma altri libri sempre legati allo stesso genere e alla saga?
Il tuo nome mi ha incuriosita, posso chiederti come mai hai scelto uno pseudonimo?
Grazie per aver scritto di tutti loro, hai creato un mondo bellissimo e magico.
Un caro saluto.
Anna
Cara Anna,
mi fa piacere risponderti:
Tor ha preso vita durante una passeggiata tra i boschi. L’idea del Lupo nero e del mondo che racchiudeva in sé era nitidissima. Anche il personaggio di Aurora, insieme a diversi altri, si è reso concreto quel giorno, nel tempo che impiegai per ritornare a casa.
Quella stessa sera e nei giorni successivi, con la musica in sottofondo, scrissi le parti fondamentali della saga.
Il testo poi rimase lì in attesa, insieme a molti altri, per diversi anni. Durante un momento di passaggio, compresi che era importante dare spazio al valore che aveva per me la scrittura. Allora il racconto del Lupo nero mi raggiunse di nuovo per dare voce ad Arkan, il mondo di Tor, che non avevo mai dimenticato.
Scrivere per me è nutrimento, mi dà modo di viaggiare, creare luoghi, mondi e vite che mi mettono alla prova. È anche ricerca costante e studio. Ho la certezza che la mia penna evolva con me.
Per molti dei miei personaggi prendo spunto dalla vita reale. Catturo elementi che muovono la mia intuizione per poi, con una loro analisi, unire il tutto e forgiare personaggi e ambienti. Durante la stesura della serie ho riempito pagine e pagine con schemi, note e storie parallele per ognuno di loro. E proprio uno di questi racconti che mi ha suggerito la storia derivata.
Tradimento e vendetta, lo spin-off della saga Il Cuore del Lupo non era tra i miei progetti immediati. Un curioso concatenarsi di coincidenze mi ha portata a lavorare a questo racconto.
In un primo momento avevo pianificato di portare la narrazione in una direzione precisa, ma mi sono però accorta subito che c’era un’altra storia che “premeva” per uscire. Così ho smesso di forzare la direzione e ho lasciato che il racconto emergesse. È stato bello e forte raccontare le vicende di Inari.
Il trauma che ha subito l’ha quasi distrutta, lasciandola preda di forti crisi di panico. Inari ha una forza infinita, ma la fiducia in se stessa è intaccata dal passato. Questo, unito al grande dolore causato dal lutto che si porta sulle spalle, la fa vacillare e rischia di abbandonarsi all’odio e alla vendetta. Cosa che sarebbe assolutamente comprensibile.
La sua storia potrebbe essere quella di qualsiasi persona schiacciata da una grande sofferenza. In questo racconto ho voluto infatti esplorare il sentimento di dolore.
È complesso reagire quando c’è di mezzo la sofferenza della mente e del cuore. E così è per Inari.
Lei è un personaggio integro che, nonostante il patimento che è costretta a vivere, lotta e guarda negli occhi le persone che si ritrova accanto, scegliendo alla fine il perdono.
In questo libro, sebbene le modalità narrative siano uguali ai volumi della saga Il Cuore del Lupo, c’è però una differenza, ovvero Inari è la sola protagonista. Mentre nei libri antecedenti Tor e Aurora sono sullo stesso piano, in Tradimento e Vendetta gli altri personaggi operano solo come supporto alla narrazione.
Credo che la forza di Inari stia proprio in questo: è completa da sola e ne è consapevole. Tutti i legami e gli affetti che trova sono di arricchimento e di sostegno, ma di base lei è completa così com’è. È questa la caratteristica che mi piace di più in lei e che mi ha fatto spesso sorridere durate la stesura.
Voglio bene a ognuno dei miei personaggi, ma immedesimarmi in uno di loro, direi di no. Sono tutti frutto della mia mente. Potrei dire che io ci sono in ognuno di loro e in nessuno allo stesso tempo. Quanto a Edgar, potrebbe voler emergere più avanti, chi lo sa.
Per ora, il genere che ho più nel cuore è il fantasy ma non escludo di potermi mettere alla prova con qualcosa di diverso in futuro. In questo momento ho svariati racconti in mente e si vedrà quale tra questi farà più pressione per uscire.
L’idea di usare un nuovo nome legato alla scrittura m’intrigava. Alla fine, ho deciso di farmi ispirare da uno dei libri che ho più a cuore ed è nata G.D. Light.
Grazie per il piacere che mi hai regalato con le tue parole e l’affetto per la saga.
Spero ci incontreremo presto nella prossima avventura.
Un forte abbraccio,
G.D. Light